E’ sempre difficile incominciare a raccontare o descrivere un’esperienza che non ha abbastanza giustizia nelle parole.. Racconterò la mia esperieza non da missionaria (poichè non lo ero a tutti gli effetti), ma da semplice persona che dopo tutte le messe si andava a togliere la maglia dell’evangelizzazione e si metteva in “borghese”; le luci diventavano soffuse, gli strumenti abbassavano i volumi e cambiavano melodia, la gente si sedeva senza fuggire dopo la benedizione come al solito e i missionari si preparavano, chi per fare accoglienza chi per andare in strada….. LA LUCE NELLA NOTTE!
Ricordo di aver detto alla Sara:”Tocca farlo più spesso, è meraviglioso come momento!”
Ecco missionari, vi racconto com’era stare lì seduta sui gradini dietro al coro ad osservarvi: l’ottava meraviglia del mondo!Percorrevate la navata centrale chi con una, chi con più persone tranquilli, sereni e sicuri che Gesù era accanto a voi, che non eravate soli sotto l’altare ad abbracciare, consolare, ascoltare i vostri fratelli e sorelle anche loro pellegrini nel mondo, ma c’era anche Lui, lì vicino ad ognuno di voi…Entravano con il loro foglietto e il loro lumino, si sedevano nelle ultime panche in maniera disordinata e cominciavano a scrivere e piangere…era un’emozione indescrivibile vedere quei pianti liberatori, quei pianti che si fanno perchè si è tornati a casa, si è tornati da chi ti ama davvero per quel che sei e ti aspettava, sì aspettava proprio te.. Ma era nel momento in cui li accompagnavate fin sotto l’altare che esplodeva lo “spettacolo”: chi parlava, chi abbracciava e chi sapeva sussurrarti nell’orecchio quelle poche parole in grado di “annientarti” :”ecco, adesso chiediamo al nostro Papà…”, ho ancora la pelle d’oca solo al pensiero…
Ma ci pensate alla potenza di quello che avete fatto guidati dallo Spirito Santo? Alla grandezza dei vostri piccoli gesti? A tutte quelle preghiere che non ci sarebbero state senza di voi? A tutti quei cuori che hanno visto finalmente la vera luce? WOW!
Non sono da dimenticare però i preti: loro che hanno ascoltato centinaia di cuori smarriti, disposti lungo il perimetro della chiesa tenevano saldo come una catena quello che c’era al suo interno; un po’ come quando hanno pregato per i missionari facendoli mettere dentro al cerchio che formavano congiungendo le loro mani..
Per non parlare degli altri momenti: gli atelier: ognuno con il suo compito da portare a termine; la preghiera del pomeriggio (come dice Don Daniele) spalatissima, l’essere riuniti sotto lo stesso tendone durante gli orari di pranzo e cena, il mimo fuori dalla chiesa e gli abbracci gratis,…. Ecco, è questo quello che non dovete mai dimenticare: non si hanno confini quando Gesù è con noi…
Grazie a chi ha lavorato per tutto questo, a chi ha organizzato la missione, ai missionari, alle mie socie e soci del servizio e grazie sopratutto a Lui per avervi condotto fino qui a Riccione!
Un ultimo aneddoto: mi ha fermata una sera un signore e tutto orgoglioso mi fa:”Mia moglie vi ha visti alla tele, siete fantastici!”
A presto missionari!