“Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5, 14)
La storia della candela che non voleva bruciare, è la storia di tanti che hanno anche paura di rischiare di essere felici. Paura di fallire. Paura di sporcarsi le mani. E’ finita da poche ore la missione di evangelizzazione di strada e spiaggia di Riccione Chi ha sete venga a me e custodisco dentro di me il colore verde di noi missionari, il colore viola dei sacerdoti e quello bianco dei meravigliosi ragazzi del servizio. Custodisco nel cuore, l’immensa grazia ricevuta, i tanti occhi incontrati, gli abbracci, i silenzi, le lacrime i sorrisi ed una profonda unità. Si, le parole servono, ma è l’esempio della nostra vita, che testimonia come semplici missionari, possano dimostrare come sia possibile vivere una vita degna di essere figli di Dio e allo stesso tempo anche fare comprendere tutto ciò che non è vita. Quello che non illumina noi o gli altri, non è vita. Ciò che ci intrappola in un mondo moderno troppo corrotto dal male, va allontanato, perché non ci permette di realizzare la nostra vera vocazione.
Troppo spesso ci lamentiamo del buio, quando si potrebbe accendere una piccola luce … a volte, anche solo un abbraccio o una vera presenza è capace di tutto ciò.
Come dice quel detto: ” Vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare..”
Una settimana che segna la vita e che ci ha permesso di conquistare grandi tesori in cielo. Tutti abbiamo un posto ben preciso in questo mondo …in questa vita che passa e non torna più. Oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.
Doniamoci al mondo con il cuore scalzo e sincero tra le mani. E’ solo Amando che possiamo davvero evangelizzare, nelle missioni straordinarie e in quelle ordinarie di tutti i giorni, perché Dio è Amore.
Amore concreto non di chiacchiere, vero, disinteressato, incondizionato. Il cuore parla sempre al cuore …
Non dobbiamo essere candele che non hanno voglia di bruciare! Lasciamoci amare dagli altri, lasciamoci Amare da Dio.
Con tutto il mio cuore GRAZIE a tutti voi che con me avete condiviso questo pezzetto di cielo sulla terra …dal sapore di menta(verde), uva (viola) e panna (bianca)…. mi avete donato tanto e vi porterò per sempre nel mio cuore.
Come scriveva Amadeus Voldben: “La chiave della vita, la chiave che apre tutte le porte è l’Amore.
Amore è forza che tiene unita la vita, è legame che sostiene il tutto come unico corpo. Senza l’Amore la vita sarebbe impossibile.
Come le pietre senza cemento cadono in macerie al primo urto, così le opere dell’uomo rette dall’egoismo e prive dell’Amore.
Solo l’Amore è cemento che tiene unite tutte le cose in legame indistruttibile“.
Non lasciamoci trasportare da ciò che è effimero, superfluo e ricordiamoci sempre che la vera bellezza è la purezza del nostro cuore: non è ciò che riceviamo ad arricchirci ma ciò che doniamo con gioia, disinteressatamente!
Questo non si era mai visto: una candela che rifiuta di accendersi. Tutte le candele dell’armadio inorridirono. Una candela che non voleva accendersi era una cosa inaudita! Mancavano pochi giorni a Natale e tutte le candele erano eccitate all’idea di essere protagoniste della festa, con la luce, il profumo, la bellezza che irradiavano e comunicavano a tutti. Eccetto quella giovane candela rossa e dorata che ripeteva ostinatamente:
“No e poi no! Io non voglio bruciare. Quando veniamo accesi, in un attimo ci consumiamo. Io voglio rimanere così come sono: elegante, bella e soprattutto intera”
“Se non bruci è come se fosse già morta senza essere vissuta”, replicò un grosso cero, che aveva già visto due Natali. “Tu sei fatta di cera e stoppino ma questo è niente. Quando bruci sei veramente tu e sei completamente felice”.
“No, grazie tante” rispose la candela rossa. “Ammetto che il buio, il freddo e la solitudine sono orribili, ma è sempre meglio che soffrire per una fiamma che brucia”.
“La vita non è fatta di parole e non si può capire solo con le parole, bisogna passarci dentro”, continuò il cero. “Solo chi impegna il proprio essere cambia il mondo e allo stesso tempo cambia se stesso. Se lasci che la solitudine, buio e freddo avanzino, avvolgeranno il mondo”.
“Vuoi dire che noi serviamo a combattere il freddo, le tenebre e la solitudine?”
“Certo” ribadì il cero. “Ci consumiamo e perdiamo eleganza e colori, ma diventiamo utili e stimati. Siamo i cavalieri della luce”.
“Ma ci consumiamo e perdiamo forma e colore”.
“Sì, ma siamo più forti della notte e del gelo del mondo” concluse il cero.
Così anche la candela rossa e dorata si lasciò accendere. Brillò nella notte con tutto il suo cuore e trasformo in luce la sua bellezza, come se dovesse sconfiggere da sola tutto il freddo e il buio del mondo. La cera e lo stoppino si consumarono piano piano ma la luce della candela continuò a splendere a lungo negli occhi e nel cuore degli uomini per i quali era bruciata.
(di Don Bruno Ferrero)